LA CROCE RITROVATA

LA LEGGENDA

LA CROCE RITROVATA

Secondo la leggenda, il rinvenimento della Croce è assolutamente casuale.

Si racconta di una mucca che, pascolante nelle terre del feudo di “Chiuddia”, era solita inginocchiarsi, ogni giorno, sempre nello stesso punto. Alcuni pastori, incuriositi da tale insolito comportamento dell’animale, scavarono, rinvenendo una Croce che si dice risalga, addirittura, all’era Paleocristiana.

Proprio in quell’appezzamento di terreno edificarono una chiesetta, chiamata Eremo di Santa Croce, dove tutt’ora è custodita la venerata Croce considerata una delle più antiche testimonianze della presenza dei cristiani nelle terre sicane.

Da allora, la Croce venne onorata, pregata e festeggiata inizialmente il 3 maggio di ogni anno, in coincidenza con la Festa dell’Invenzione della Santa Croce*.

* (La parola “invenzione” non significa invenzione nel senso moderno, bensi deriva dal latino “inventio”, ovvero “scoperta“. Si tratta infatti della scoperta della vera Croce di Cristo a Gerusalemme – un evento tramandato dalla tradizione e attribuito a Sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino).

In questo primo periodo per la Festa si raggiungeva l’Eremo con una lunga processione a cavallo, tra i festeggiamenti era presente anche la danza chiamata “Tataratà”, nome onomatopeico che ricorda il ritmo del tamburo.

Successivamente i festeggiamenti raggiusero il centro abitato di Casteltermini, la Festa di Santa Croce cambiò date di ricorrenza posticipandosi al week-end della IV domenica di Maggio. Nei primi decenni del secolo scorso divenne anche Sagra del Tataratà. 

Inizialmente si usava condurre in processione per le vie del paese l’originale vera Croce, ma negli anni sessanta durante il tragitto per le vie di Casteltermini subì una rottura, per fortuna non netta, nella parte superiore. Da allora la Croce, riparata con rinforzi di ferro, non venne più portata in paese ma custodita all’Eremo. Per ovviare a questa mancanza ne fu costruita una simile che dal 1970 viene annualmente condotta in processione su un carro trainato da due buoi.

Molti gli studi fatti sulla Croce, certamente tra i più significativi quello del prof. Francesco Lo verde nel 1984 che per stabilire l’età della Croce si è rivolto ad un famoso laboratorio, quello dell’Istituto Internazionale per le Ricerche Geotermiche di Pisa, il più rinominato d’Italia, fra i migliori in Europa, che opera per conto del Consiglio Nazionale delle Ricerche. Qui un campione di legno, da lui prelevato dallo stipide della Croce, è stato sottoposto all’esame del carbonio 14 (C14) che è in grado di stabilire con bona approssimazione, l’epoca in cui l’albero è stato abbattuto.

Lesame ha condotto allo strabiliante risultato che la quercia, del cui legno è fatta la Croce, è recisa nell’anno 12 d.C. con una incertezza massima di appena 70 anni.

Su quando e da chi è stata costruita la Croce si possono formulare soltanto delle ipotesi. Si crede siano stati, come da leggenda, contadini e pastori adoperando il legno di alberi appena abbattuti, oppure qualche tronco già abbattuto ma con poche probabilità di essere secco di secoli ma al massimo di qualche anno, per cui, data l’età comprovata di quel legno, l’epoca di costruzione della Croce ricade ampiamente nel primo secolo dell’era cristiana.

La Croce entra in pieno diritto nella storia e, cessando di essere una qualsiasi delle tante venerate sugli altari di tutto il mondo, diventa la più antica Croce che esista (non si conoscono infatti reperti paleocristiani di età comprovata maggiore di quella della nostra Croce).”

La Croce è di legno di quercia tre tronchi grossolanamente ridotti a sezione quadrata uniti da tre chiodi di ferro ribattuti. Alta 3,49 e larga 2,25 metri è di aspetto rustico, con numerosi forellini dovuti ai tarli, specialmente nella traversa. Nel tronco verticale, all’altezza del chiodo centrale che lo lega a quello orizzontale, è segnato da spacchi longitudinali che hanno danneggiato le iscrizioni incise sul tronco, incisioni che hanno colpito di interesse vari studiosi del presente e del passato, interpretate da loro nel tentativo di svelare i tanti misteri che vivono nella Croce. Alla sommità della Croce c’è un incavo di forma rettangolare profondo 3,5 centimetri, largo 3,5 centimetri e alto 11 centimetri, di cui non si conoscono né la funzione, né l’età. Si crede che risalga a tempi relativamente recenti. Forse fu fatto per prelevare una reliquia dal legno, forse per costruirvi una piccola teca che contenga qualche reliquia.

Il dr. Fulvio Galione, presidente dell’Associazione Folklorica Culturale Tataratà di Casteltermini, è stato il promotore nel febbraio del 1998 del restauro della Croce contattando il funzionario responsabile la Sovrintendente ai Beni Culturali Pietre Dure di Firenze Dott.ssa Cecilia Frosinini. Dopo avere concluso l’iter sul restauro, per motivi burocratici (doveva essere un ente pubblico e non un privato), la pratica è proseguita con l’intervento dell’Amministrazione Comunale con il Sindaco Stefano Licata. Grazie alla concessione di una quota dell’otto per mille dell’Irpef, sono stati assegnati nel 1999 £ 20.700.000. Il restauro a quindi avuto inizio e si è concluso nel 2001 ad opera della restauratrice Costanza Weiss.

La Croce continua a richiamare interessi di studi, tra i recenti è presente anche il prof. Gianfranco Lo Bue che dimostra, con le sue ricerche, che la Croce risalga agli anni tra il 1634 e il 1665. Ipotesi dichiarata nel suo libro presentato nel 2018.

La croce sarà sempre circondata da un velo di mistero.

A lei sono attribuiti anche miracoli e guarigioni.

Fede, Storia, Leggende, Scienza, Folklore continuano ad attenzionare la Festa di Santa Croce, evento che ha un grande richiamo turistico riconosciuto anche dall’iscrizione ufficiale nel REIS, Registro delle Eredità Immateriali della Regione Siciliana. Su proposta dell’Amministrazione Nicastro del luglio 2021, si è ottenuto il passaggio al vaglio della Soprintendenza per i Beni Culturali e Ambientali di Agrigento. 

La commissione nominata dall’assessore ai Beni Culturali e dell’Identità siciliana Alberto Samonà ha infatti inserito la Festa di Santa Croce – Sagra del Tataratà nel “Libro delle celebrazioni, feste e pratiche rituali”. che la Croce risalga agli anni tra il 1634 e il 1665. Ipotesi dichiarata nel suo libro presentato nel 2018.